venerdì 27 giugno 2014
Case #7 - Sfiducia negli uomini
Changchang aveva 50 anni. Era un apersona gentile. Infatti si prendeva cura di tutit quelli che la circondavano. Ma rivelò di essere infelice del suo matrimonio. Non si sentiva soddisfatta, si sentiva sola.
Anche se aveva amici, molti contatti sociali, ed era per considerate, si sentiva sola e infelice.
Con lei adottai una modalità direttamente dialogica. Le dissi – Mi sento molto bene in tua presenza. Sento che sei una persona che perdona, e posso essere me stesso, e tu mi accetterai. Lei acconsentì – era così con le persone.
Le dissi che mi piaceva sentirmi così – sentirmi sicuro. Lei annuì e disse che ciò era per lei moo importante. Le dissi che potevo immaginare di prendere vantaggio da tale sentimento – per confidarmi, imparare o accettare tale calore. Come terapista, fu per me difficile trovarmi nella posizione di autorità, come professionista, o di darle, perché sentivo il mio stesso bisogno in presenza della sua gnenerosità
Lei annuì – riconosceva tutto ciò, anche se raramente interveniva
Notai anche che non mi sentivo a mio agio in un modo che è difficile descrivere. Lei voleva solo dare. Ma era capace di ricevere? Poteva ricevere qualcosa da me?
Pianse. Questo disse era molto difficile.
Anche io mi seniti toccata. Rimanemmo in questo contatto emozionale, in silenzio, per un po'.
Ma non poteva prendere niente da me. Era sempre pronta a dare. Non era bilanciata.
Quindi proposi un esperimento Gestalt. Trovai delle belle bilie di vetro in stanza, e le posi nella sua mano. Le dissi, ti darò le biglie una alla volta. Volevo che lei le prendesse veramente da me, come se stesse ricevendo un dono. Desidero che tu li prenda da me veramente, come se stessi ricevendo un dono.
Lei acconsentì, e lo facemmo. Lo feci molto lentamente, guardandola, per essere sicuro che le stesse davvero ricevendo da me. Lei tremava, la sua vulnerabilità emerse, piase mentre prendeva ogni biglia..
Disse che era la prima volta, per quanto potesse ricordare, era molto tempo non aveva preso niente da un'altra persona. Lei era sempre quella che donava, e in questo modo aveva ottenuto il suo riconoscimento. Ma si sentiva vuota, perché il flusso non era a due vie, e la relazione come risultato tendeva a stagnare. Di qui la sua solitudine, nonostante fosse ben considerata e avesse molti amici.
Qui utilizzai una mia stessa esperienza nel dialogo. Invece che parlare del resto della sua vita, lo portammo nel presente, e l'esperimento tra di noi. La sua nuova esperienza era possibile, perché ci mi ero impegnato tanto quanto lei. Portai consapevolezza nella scambio relazionale che è spesso automatico e inconsapevole. Portando la mia esperienza (invece che il giudizio), lei potè accettarla, e aprirsi a qualcosa di diverso.
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