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mercoledì 24 dicembre 2014

Case #12 - Sogno: gemelli, acqua, madre

Sogni, sogni ad occhi aperti e storie sono simili, e forniscono modalità di accesso alla persona.-
Jesse aveva scritto una storia su due ragazzi. Loro giocavano sulle rive di una diga. Il personaggio principale, chiamiamolo Tony, aveva paura dell'acqua. Il gemello, Jack, no. Jack era in acqua, giocava e invitava Tony ad entrare. Tony si tratteneva. La loro madre era morta tempo prima, e loro erano affidati alla loro matrigna. Tony aveva una pietra in tasca, un ricordo di sua madre, Jack prese la pietra dalla sua tasca e la tirò nell'acqua. Tony corse in acqua quindi, e dopo vide che era in acqua, dimenticandosi della pietra.
Il problema di Jessie è che era esitante sullo sposare la sua compagna. La amava, ma non era sicuro della relazione nel lungo periodo, e non riusciva a prendere una decisione.
Noi analizzammo il sogno, lasciandolo identificare con ogni personaggio. Come Tony aveva paura dell'acqua, di entrarci. Come Jack era spontaneo, aveva fiducia in sé stesso ed era giocoso. Come la sua madre morta, era amorevole, giovane, dolce. Come l'acqua era profondo.
L'esperienza con sua madre era stata importante, infatti sua madre era stata fredda e distante, e ciò era l'origine di una parte della sue difficoltà nelle relazioni con le donne -  aveva paura di avvicinarsi troppo, aveva paura che la freddezza potesse entrare nella relazione.
Ciò che era chiaro qui era la connessione nella sua esperienza con una parte più profonda, calda, femminile. Questo era ciò che lo motivava ad entrare in acqua. Ma era evidente che gli serviva l'aiuto del suo 'gemello', qualcuno che non aveva paura,  che poteva prender e l'immagine di una madre 'calorosa, e 'buttarla' in acqua.
Gli chiesi di recitare le parti. Io sarei stato il gemello che prendeva il ricordo dalla sua tasca gettandolo in acqua. Lui acconsentì, quindi narrando 'ora prendo il ricordo, ora lo getto in acqua'. Lui immaginò quindi di entrare in acqua. Si sentì rilassato.
Questa fu per lui un'esperienza profonda. Si sentì in riposo, calmo e capace di entrare in contatto con una luogo profondo di sé che non era spaventato da preoccupazioni sul future della relazione. Come nella storia, una volta 'in acqua', lui non aveva più bisogno di sua madre.
Era evidente che erano necessarie molte cose. Prima di tutto di qualcuno che lo aiutasse – il 'gemello 'che dirigesse la sua attenzione alla madre calorosa che desiderava. Poi, il suo movimento naturale sarebbe stato verso quel luogo. Infine lui sarebbe potuto essere sé stesso, non più diviso tra la parte che voleva nuotare, ma esitante, e la parte che andava giusto avanti nella vita. Sentì le due parti unirsi. Ebbe la sensazione di una connessione con la profondità, il calore, il femminile nel suo cuore, e fu quindi capace di immergersi nella vita, e nella relazione, senza esitare.

lunedì 15 dicembre 2014

Case #11 - Padre, madre, ragazza

John aveva difficoltà a impegnarsi veramente con la sua ragazza. Non era sicuro della relazione
Lui aveva un sogno. Lui e la sua ragazza facevano l'amore. Suo padre e sua madre si trovavano dietro di lui. Suo padre era un giovane uomo, sicuro di sé e forte.
Lui non era sicuro, non voleva che lei rimanesse incinta. Suo padre si faceva Avanti, e lui si sentiva sollevato.
Puoi avere un gran lavoro da fare con questo materiale se sei freudiano, ma si opera differentemente con la Gestalt. Gestalt si occupa di integrazione e appropriamento, quindi ci identifichiamo come tutte le parti del sogno. Queste danno l'accesso alle nostre polarità e aspetti del sé.
Quindi gli chiesi di 'essere' tutte le parti del suo sogno.
Come sé stesso era esitante, e si tratteneva.
Come ragazza, lui desiderava con tutto il suo cuore, senza pesi.
Come padre era aperto, chiaro e in buona salute.
Come madre era in ombra, non voleva essere visto, si nascondeva.
C'era un parallelo –padre con ragazza, entrambi sicuri di sé, e sé stesso con la madre, entrambi incerti, non solidi, si nascondevano.
Ciò aveva un senso, infatti sua madre era stata molto fredda durante la sua crescita.
Esplorammo questa freddezza, e specificatamente, il modo in cui lui era freddo nella relazione in vari modi. Osservammo come tale freddezza di manifestasse nei suoi 'piedi freddi' con la sua ragazza, e nella sua difficoltà ad impegnarsi seriamente.
Esplorammo tale freddezza, che lui chiamava 'coperta emozionale' la sua parte insensibile. Lui relazionò questa alla sua esperienza di depressione e assenza di significato.
Lavorare sulla presa di coscienza di tale freddezza fu un'esperienza che lo rafforzò, in quanto lo rese capace di vedere il modo in cui questa entrava nella relazione. Per avere un'esperienza diversa, lui doveva trovare nuovi modi per 'riscaldarsi, senza prendere questo calaore da una fonte esterna (la ragazza).
ciò si basa sul principio della consapevolezza, la nozione gestalt di responsabilità e del rimanere con 'ciò che è'. La sua freddezza non sarebbe cambiata – faceva parte del suo modo di entrare in relazione. Tuttavia lui poteva aumentare la sua consapevolezza, la sua capacià di scelta e comprendere come questa si manifestasse nella relazione

lunedì 8 dicembre 2014

Case #10 - Paura, Aggression e Piacere

Bridget era una persona molto sensibile Lei aveva sofferto in passato di allergie, ed era molto sensibile fisicamente all'ambiente, come ne era spaventata.

Raccontava di come fosse difficile per lei se qualcuno si arrabbiava con lei. Si sentiva molto vulnerabile, solamente se il suo compagno non si trovava d'accordo con lei.
Lei affermava ' il mio corpo non è il mio corpo, sono immobile, non ho senso dei confini'.
Quindi le era difficile essere nel suo corpo, specialmente quando qualcuno vicino a lei non provava piacere.

Le chiesi dei suoi errori. Lei raccontò dell'ultima volta che era stata dura, o aveva mancato di sensibilità verso qualcuno.
Le parlai delle mie durezze e insensibilità-

Lei disse di come I suoi occhi potevano essere taglienti e di come potevano spingere via gli altri.
Le chiesi di immaginare I suoi occhi, quando respingevano in quella maniera. Lei disse 0sono rossi, posso uccidere qualcuno usandoli'. La incoraggiai a soffermarsi su quegli occhi rossi, e di bruciare con loro le persone. Lei descrisse un'immagine in cui dirigeva quella forza sul viso di qualcuno.
Lei era stata molestata sessualmente da ragazza, e provava molta rabbia verso quell'uomo.
Le chiesi di picchiare l'uomo che l'aveva fatto.
Lei avvertì il suo potere, e le chiesi di notare il resto del suo corpo. Si sentì potente, nei suoi muscoli, pelle e gambe.
Precedentemente lei percepiva l'essere nel suo corpo come 'una tortura'. Ma ora si sentiva bene.
Parlammo della sua sessualità. Per molti anni era stata timida, impaurita, spaventata e poteva facilmente congelarsi con il suo compagno. Le chiesi di immaginarsi sessualmente aggressiva con il suo compagno. L'immagine la coinvolse molto.
Esplorammo alter aree della sua vita dove avrebbe potuto esercitare la sua aggressività – giocare a baseball con suo figlio.
Lei si sentì splendida.
Durante questa sessione noi iniziammo dalla sua vulnerabilità, e dal suo essere 'spaventata dal suo corpo'. Questa potente sessione le era molto familiare, poichè aveva caratterizzato la sua esperienza di vita. Ciò aveva interferito con la sua intimità con suo marito e con la sua capacità di avere comunicazioni robuste.
Questa posizione di 'essere colpita dagli altri', rappresentava l'opposta polarità di chi ha un impatto sugli altri. Anche se rimaneva in silenzio, identificando la sua esperienza come colei che 'spingeva' ci permise di accedere alla sua stessa rabbia.
Il sintomo somatico di questa – I suoi occhi, erano la chiave per entrare nel profondo della sua ravvia. La visualizzazione del suo essere aggressiva la fece emergere fuori.
Ciò non era per 'incoraggiarla ad essere aggressiva' verso gli altri, ma per darle la possibilità di passare alla polarità opposta in modo da renderla una persona integra.
Questo spostamento fu drammatico Non si sentiva più sensibile, senza potere, spaventata o dissociata. Lei fu capace non solo di affrontare i suoi aggressori, ma iniziò anche a percepirsi più attiva sessualmente con il suo compagno, cosa che non le era accaduta per molto tempo
La scoperta che la possibilità dell'aggressività, potesse essere giocosa, sia nel sesso, che con suo figlio, le era nuova e le diede una nuova prospettiva.

giovedì 27 novembre 2014

Case #9 - La soluzione è non dare soluzione

Jane ha un figlio adolescente. Aveva problemi nel motivarlo, perchè si trovava in conflitto tra il fargli pressione per un buon risultato scolastico, e il dargli lo spazio necessario per trovare il suo livello. Lui passava tanto tempo su internet.
Lei mi chiedeva consiglio, soluzioni e guida.
.Certo, c'era una parte di me felice di dare consigli da genitore, ho cresciuto 5 bambini. Avevo tante opinioni su cosa potesse essere d'aiuto.
Tuttavia, rifiutai il suo invito e mi focalizzai sui suoi sentimenti circa la situazione. Lei divagava – ricordando un esperienza positiva nella classe genitoriale, che le anticipava che e cose non stavano andando bene per suo figlio. Era difficile tenerla nel presente, con me, e con i suoi sentimenti.
Le parlai dei sentimenti che avevo provato crescendo I miei figli. Ciò porto Jane ad aprirsi e a parlare della sua ansia e tensione. Ma mentre diceva ciò, sorrideva. Commentai ciò che avevo visto e ascoltato e le chiesi quanta differenza c'era per lei.
Parlava sempre col sorriso, invece che con preoccupazione. In una certa misura questo funzionava per lei.
Ma la sua tensione mostrava anche che non funzionava.
Rimasi focalizzato sul presente, sulla sua esperienza, e parlai delle mie difficoltà nel crescere I miei figli a quell'età.
Poco a poco, si concesse di sentire di più. Le chiesi di respirare lentamente.
Lei disse di sentirsi persa. Proposi che invece di darle soluzioni per non sentirsi persa, sarei stato con lei per un po'. Dissi un minuto, per stare assieme in quello spazio.
Si rilassò e percepì un calore interno. Notai le sue mani sullo stomaco, attorno alle costole. Portai la sua consapevolezza lì. Normalmente sentiva ansia e tensione sullo stomaco. Ora sentiva calore. La invitai a respirare pienamente.
Ora che era più in profondità, inizio a piangere. Era aperta al presenta dei suoi sentimenti profondi. Era presente la tristezza e il calore.
Questo era il punto d'integrazione.
Poi, le offri un principio di parentela che mi fu di grande aiuto. Ora poteva riceverlo a cuore aperto, e non come un'idea intellettuale.
L'importante era che invece che darle le soluzioni che cercava (per dire che gli erano state date da altri), rimasi con la sua resistenza, nel presente, con il suo sentirsi persa, e ciò le permise di sentirsi competa in quello spazio. Il focus era relazionale e non comportamentale.

lunedì 30 giugno 2014

Case #8 - Sfiducia negli uomini

Gabriella aveva 4 figli, ed era incinta al 5° mese di un nuovo compagno, Jose, che voleva essere indicato come il suo fidanzato. Erano stati assieme per 2 anni.
Lei si sentiva in conflitto circa la sua relazioni con gli uomini. Jose era di supporto e disponibile ad avere un figlio. Lui aveva già un figlio con un'altra donna che non viveva con lui, e aveva 9 anni.
Gabriella provava rabbia verso gli uomini. Suo padre era stato distante e irraggiungibile, e raramente gli faceva complimenti. Quindi lei sentiva il bisogno di uomini per tenerezza, ma anche il rifiuto per ogni forma di distanza.
Jose stave con lei, ma era esitante nel prendere un serio impegno con lei e sposarla. Lei provava molta rabbia per questo, e questa distanza fra loro. Ma poi temeva il suo allontanamento. In tutti e due I modi, lei si feriva, e ciò le era familiar – immaginare di dover essere forte e dipendere solo su lei stessa.
Il problema era, che quando faceva ciò, si allontanava dal suporto e dalla tenerezza che desiderava.
Quindi la invitai a portare ciò nel presente con me –io sono un uomo daltronde. La invitati a parlarmi della sua sfiducia negli uomini. E poi di dirmi direttamente – 'Non credo che tu sarai gentile, non credo che sei qui per altri motivi che non per tuo personale interesse' ecc.
Era riluttante a dirmi ciò direttamente, ma la incoraggiai, dicendole che mi sentivo fermo e sicuro di me stesso, che potevo sostenerlo.
Quindi lo fece. Le chiesi cosa provasse – un pò confuse. Le chiesi di respirare, di aprirsi ai suoi sentimenti. Lei entrò in contatto con la sua rabbia. Le chiesi di dirmelo ancora, con rabbia.
Lo fece, e poi scoppiò in lacrime. Il fatto che la stessi ascoltando, senza respingerla o reagire, ma solo stando fermo la toccò profondamente. Iniziò a singhiozzare. Era così abituata ad allontanare gli uomini con rabbia, che trovare qualcuno così fermo fu una nuova esperienza per lei.
Quandò si placò, disse che era stata un'esperienza potente che avrebbe portato con sè. Sapere che poteva provare rabbia, e che allo stesso tempo il suo bisogno potesse essere ascoltato riempì una grande mancanza che provava sin dalla sua fanciullezza.
Questa non era necessariamente un'esperienza 'curativa' per sempre. Ma fu un'esperienza profonda, qualcosa che poteva integrare, e poteva divenire una nuova parte di lei, una conoscenza, una forza e una confidenza in modo che non potesse sempre sentirsi come se 'dovesse reggere l'intero mondo'.
Certo, questa aumentata capacità di essere vulnerabile poteva creare cicli positivi nelle relazioni, così che potesse avere risultati diversi da quelli a cui era abituata.
Il processo Gestalt coinvolse l'aver prestato attenzione alla sua esperienza, l'aver creato un esperiemento per consentirle una nuova esperienza nelle relazioni. Utilizzai la mia persona, in modo da poter rispondere direttamente a lei, e stabilire una connessione 'Io-Tu'.
Focalizzandomi sulla relazione terapeutica, instaurai la base per il cambiamento delle sue relazioni di tutta una vita.

venerdì 27 giugno 2014

Case #7 - Sfiducia negli uomini


Changchang aveva 50 anni. Era un apersona gentile. Infatti si prendeva cura di tutit quelli che la circondavano. Ma rivelò di essere infelice del suo matrimonio. Non si sentiva soddisfatta, si sentiva sola.
Anche se aveva amici, molti contatti sociali, ed era per considerate, si sentiva sola e infelice.
Con lei adottai una modalità direttamente dialogica. Le dissi – Mi sento molto bene in tua presenza. Sento che sei una persona che perdona, e posso essere me stesso, e tu mi accetterai. Lei acconsentì – era così con le persone.
Le dissi che mi piaceva sentirmi così – sentirmi sicuro. Lei annuì e disse che ciò era per lei moo importante. Le dissi che potevo immaginare di prendere vantaggio da tale  sentimento – per confidarmi, imparare o accettare tale calore. Come terapista, fu per me difficile trovarmi nella posizione di autorità, come professionista, o di darle, perché sentivo il mio stesso bisogno in presenza della sua gnenerosità
Lei annuì – riconosceva tutto ciò, anche se raramente interveniva
Notai anche che non mi sentivo a mio agio in un modo che è difficile descrivere. Lei voleva solo dare. Ma era capace di ricevere? Poteva ricevere qualcosa da me?
Pianse. Questo disse era molto difficile.
Anche io mi seniti toccata. Rimanemmo in questo contatto emozionale, in silenzio, per un po'.
Ma non poteva prendere niente da me. Era sempre pronta a dare. Non era bilanciata.
Quindi proposi un esperimento Gestalt. Trovai delle belle bilie di vetro in stanza, e le posi nella sua mano. Le dissi, ti darò le biglie una alla volta. Volevo che lei le prendesse veramente da me, come se stesse ricevendo un dono. Desidero che tu li prenda da me veramente, come se stessi ricevendo un dono.
Lei acconsentì, e lo facemmo. Lo feci molto lentamente, guardandola, per essere sicuro che le stesse davvero ricevendo da me. Lei tremava, la sua vulnerabilità emerse, piase mentre prendeva ogni biglia..
Disse che era la prima volta, per quanto potesse ricordare, era molto tempo non aveva preso niente da un'altra persona. Lei era sempre quella che donava, e in questo modo aveva ottenuto il suo riconoscimento. Ma si sentiva vuota, perché il flusso non era a due vie, e la relazione come risultato tendeva a stagnare. Di qui la sua solitudine, nonostante fosse ben considerata e avesse molti amici.
Qui utilizzai una mia stessa esperienza nel dialogo. Invece che parlare del resto della sua vita, lo portammo nel presente, e l'esperimento tra di noi. La sua nuova esperienza era possibile, perché ci mi ero impegnato  tanto quanto lei. Portai consapevolezza nella scambio relazionale che è spesso automatico e inconsapevole. Portando la mia esperienza (invece che il giudizio), lei potè accettarla,  e aprirsi a qualcosa di diverso.

venerdì 20 giugno 2014

Case #6 - Disciplina e Libertà

Trevor aveva 33 anni. Era cresciuto in India con sua madre; suo padre era invisibile. Studiò presso una scuola alternativa, dove veniva data molta libertà agli studenti, ma poca guida.
Arrive in Australia all'età di 20 anni, si divertive, usciva la sera, e lavorava tantissimo.
Durante la sua fase di crescita, sua madre aveva sempre lavorato, e lui non aveva potuto stare molto con lui, anche se vivevano nella stessa casa.
Lei venne in Australia 5 anni, fa, e comprò la casa dove lui ora vive. Lei cercò di recuperare il tempo perso – passano più tempo assieme ora di quando lui era un bambino e un ragazzo.
Trevor era intelligente, bello, con fiducià in sè stesso, m non riusciva ad avere una ragazza, o quanto meno una relazione di lungo periodo.
C'erano varie questioni da essere analizzare. Una delle più rilevanti era quella del supporto vs libertà.
Trevor era cresciuto con molta libertà, a scuola e a casa, ma con poca struttura, o support.
Portai la questione nella sessione. Consigliai di interpretare uno dei suoi insegnanti di scuola, e analizzai ciò che provava. Fu un'esperienza familiare per lio – il piacere della sua libertà, ma allo stesso tempo, si sentiva perso.
In seguito io interpretai l'insegnante che non aveva avuto, dandogli istruzioni chiare, una Chiara struttura, e incoraggiamento.
Pianse, e la sua ansia nascosta diminuì. Per lui fu piacevole. Si sentiva più solido.
In seguito invertimmo I ruoli, lui interpretava l'insegnante che dava struttura e supporto. Anche questo fu per lui piacevole, si sentiva più solido.
In questo modo organizzai una serie di temi da affrontare nelle settimane successive: strutura, support, incoraggiamento, ansia e ribellione. Gli chiesi di identificare i luoghi nel suo corpo dove sentiva  ognuna di tali l'esperienze. Poi gli chiesi di fare un disegno contenente tali elementi.
Gli diedi il compito a casa di disegnare una serie di queste immagini.
La settimana seguente arrivò con una maggiore realizazione – non era mai stato capace di portare assieme queste diverse aree- la struttura era nel lavoro, la libertà nel divertimento, e il suo desiderio di essere apprezzato lo portava ad avere un comportamento manipolativo nelle relazioni.
Quando la sua consapevolezza dell'esistenza di queste aree aumentò, lui divenne capace di integrare questi aspetti di sé.
Attraverso questo processo noi utilizzammo gli esperimenti Gestalt per incorporare e interpretare differenti aspetti del sè, portammo le esperienze passate nel presente, creammo una nuova esperienza per aumentare la consapevolezza, ed esplorammo queste esperienze in termini di sensazioni corporee.Utilizzammo il processo creativo per approfondire tale consapevolezza, e la relazione terapeutica e per costruire uno spazio sicuro di dialogo su queste tematiche.

domenica 15 giugno 2014

Case #5 - L’infiammazione della rabbia

Lian ne da me perche aveva un'infiammazione cutanea sul viso di cui non riusciva a liberarsi.
Le chiedi alcune informazioni di contest – la sua vita, il livello di stress, la sua salute, dieta, esercizio e famiglia.
Era giovane – sui 20, e già meditava. Aveva provato vari rimedi naturali, ma nulla l'aveva aiutata.
Era una persona tranquilla, e disse che spesso la gente non la notava se non per la sua infiammazione..
Le chiesi di immaginare che lei fosse l'infiammazione e di descriversi. Lei disse:
• Sono rossa
• Non posso nascondermi
• Sono sensibile
• Non voglio andare via
• Allontano le persone
• Sono orribile
• Sono infiammata
Analizzai con lei le sensazioni nel suo corpo mentre faceva tali dichiarazioni. Lei disse di sentirsi sensibile, calda e a disagio.
Esplorai assieme a lei ogni dichiarazione fatta. Le dissi 'parlami del rosso' e la aiutai ad esplorare il significato del rosso nella sua vita. Lei mi parlo di una triste esperienza durante il capodanno cinese, con tanto colore rosso, ma suo padre non tornava a casa.
Altre dichiarazioni portavano alter stori. Quando parlo del nascondersi, disse che voleva nascondersi da sua madre che la menava.
Le chiesi a riguardo dell'allontanare le persone. Non sapeva cosa dirmi – era una persona gentile che voleva sempre fare per gli altri. Ma andando in profondità divenne evidente che lei 'donava' nelle relazioni per non permettere agli altri di avvicinarsi troppo. Accettare gli altri significa avvicinarli.
La persona che ha potere 'allontana le persone'Le chiesi di dirmi: 'Voglio che te ne vai'. Ciò portò molta enrgia, quando superò la sua timidezza. Le chiesi di spingere contro le mie mani per sentire nel suo corpo il desiderio di allontanarmi. Fece più tentativi sempre con più forza. Tutta l'energia passava per le mani.
Le chiesi cosa sentisse: rabbia. Quindi lavorammo con la rabbia incorporata.
La vidi solo due volte, ma lei mi disse che successivamente la sua infiammazione era quasi sparita, e lei era diventata più assertive nelle sue relazioni.

lunedì 9 giugno 2014

Case #4 - Sesso e celibato

Tracey era stato sposato per 12 anni, e aveva un figlio. Non era felice nel suo matrimonio. Stava bene con il suo compagno. Tuttavia facevano sesso raramente.
All'inizio della loro relazione, lei era andata all'estero per un anno. Durante quell periodo aveva avuta una relazione sessuale intensa e sensuale. Lei scappò da quest'esperienza, tornò a casa, e si sposò. Ma le ci volle molto tempo per superare l'esperienza, e non l'aveva ancora integrate.
Questo è un esempio sia di affare inconcluso che di polarità nella Gestalt.
Mentre stava parlando le chiesi come si sentiva. Una classica domanda Gestalt.
Lei provava sentimenti complessi. Noi li indagammo somaticamente, lavorando sulla tristezza, l'intensità e la natura nascosta dell'esperienza. Non c'è bisogno di andare nel 'passato', perché il passato è presente, e tutto ciò che dobbiamo fare è affrontare la natura incompleta del passato che è disponibile al momento presente.
Facemmo anche del lavoro di polarità. La sua sessualità selvaggia, e il suo essere felicemente sposata. Il suo andare oltre i limiti, e la sua parte conservativa non amante del rischio.
Durante questa conversazione, le chiesi di cambiare luogo mentre metteva in scena entrambi I lati della sua personalità
Analizzai I sentimenti che provava da entrambe le parti. Le chiesi che ogni parte criticasse l'altra: 'sei troppo selvaggia', 'sei troppo noiosa'.
Dopo un pò, le due parti si avvicinarono, trovano una via di mezzo sulla quale andare d'accordo. Ciò accadde naturalmente, con il giusto tipo di supporto, e porto all'integrazione delle nostra scissione, come chiamata da Fritz Perls.

mercoledì 7 maggio 2014

Hong Kong and China workshops coming up...

Workshops coming up:
Hong Kong 6-8 June,
Personal Growth/Spiritual Growth
- see below

Shanghai 10-15 June,
Gestalt intensive

下一个即将到来的工作坊在2014年6月10日-6月15日! 请传播。更多信息,请电133-1176-7286,电子邮件:huangjianhe@vip.163.com或访问www.zhxlw.net

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Steve Vinay Gunther : 澳大利亞利斯莫爾人,
一位在靈性路上走過了40個年頭的實修者;
一位手彈吉他情感真摯信仰『愛是一切』的吟唱者;
一位笑容可掬給人如沐浴春風般溫暖的『長輩』;
一位目光深邃眼睛裡流露著平靜與洞見的老師;
一位樸實無華卻可以將真理實相展示在你面前的完形大師。
何為靈性?如何去修行實踐? 它和心理治療的方法有何相似或不同之處?這些問題將透過審視所組成靈性和療愈的原則、實踐和體驗來進行探索和詮釋。
在工作坊中,老師將會把靈性修持的整個架構圖清晰地展示給大家,有了這張靈修地圖,我們在回歸靈性的路途上會很清楚自己在哪個階段,或哪個位置, 離目的地還有多遠。
這個工作坊是獨一無二的。它可以加深我們對自己靈性的了解,并指明怎樣去運用到與不同對象的關係中。此工作坊在過去的15年里曾在12個不同的國家開班;這是首次引入香港。
課程時間: 6月6 – 8日(10:00am – 6:00pm)
課程費用: HK$4800
上課地點: 本中心
入款帳號: 中國銀行(香港)分行: 012-5511-00-9663-6
帳戶名稱: WE CENTER (恒●慧)
注: 凡在5月15日前報名者優惠價HK$4300
本中心傾心提示: Steve Vinay Gunther 是值得推荐給朋友們的一位老師, 課程詳情請參閱附件。

venerdì 25 aprile 2014

Case #3 - Joan il cliente infelice

Joan era una cliente intorno ai 50 anni. Aveva abbondante disponibilità economica e due figlie adulte, da diversi mariti. Era divorziata e stave affrontando un period di difficoltà. 
Joan non era felice. Non aveva confidenza professionale, che le permetessero di mettere a frutto gli anni spesi a studiare. Non si sentiva compresa dale persone, nè supportata dagli amici. Sentiva come se dovesse sempre dare tutto agli altri, ma che gli altri non fossero realmente interessati a lei. Provava risentimento ed era bloccata.
La terapia non fu facile. Lei voleva soluzioni, ma poi rifiutava ogni sorta di consigli. Fondamentalmente desiderava empatia e comprensione. In vari modi, lei voleva solamente simpatia.
Dopo un periodo, mi seniti a disagio il che confermava come le cose per lei non fossero mai buone. Lei era riluttante a riconoscere il suo ruolo, e ogni volta che le dicevo che lei aveva una parte in tutto ciò, lei entrava sulle defensive, e si arrabiava con me per non esserle di supporto.
Lei desiderava passare ogni seduta a raccontare di qualnto fosse trattata male. Ancora, io mi sentivo a disagio nello stare semplicemente seduto ad ascoltarla, in qualche modo supportandola nello stare ferma nel suo modo di vivere doloroso e non produttivo.
Ancora, quando la interruppi, lei si irritava e diveniva critica nei miei confronti.
Una terapia per niente facile!
Introdussi l'idea che ciò che avveniva lì fuori nel mondo era anche riflesso nella nostra relazione. Ovvero il modo in cui non si sentiva ascoltata o supportata anche con me. E come alcune mie reazioni nei suoi conforonti fossero simili alle reazioni che altri avevano con lei.
A momenti lei sembrava interessata ed aperta all'idea, ma alter volte voleva solo tornare alle sue storie famigliari.
Una volta la introdussi ad alcune cose su cui volevo lavorare con lei, invece che stare sempre ad ascoltare le sue storie. Lei si sentì molto offesa, e molto arrabiata in seguito. Voleva terminare la terapia.
In termini relazionali, questo è un esempio di ciò che chiamiamo la 'lacerazione' nel tessuto relazionale. E' responsabilità del terapista quella di 'riparare' ciò, intraprendendo un lavoro di comprensione e riconnessione.
Quindi questo fu ciò che feci – comprendendo che lei aveva sentito ciò che avevo fatto come un tentative di tagliarla fuori, e quanto ciò l'avesse dispiaciuta e avesse fatto emergere sentimenti di rabbia. Riconobbi la mia impazienza nell'aver volute spingere Avanti la terapia, e come mi sentissi bloccato ad ascoltare semplicemente le sue storie. Riconobbi che il modo con cui avevo provato di condurla a più presenza e vitalità non funzionava con lei.
Si sentì sollevata da questo, era probabilmente la prima volta nella sua vita che qualcuno riconosceva con lei la sua parte nella disgiunzione nella relazione. In questo senso, la guarigione fu conseguenza di un'esperienza, e il risultato fu che parte di lei ne fu rafforzata.
Ancora, c'era ancora tanto lavoro da fare...

giovedì 24 aprile 2014

Upcoming workshops in Romania

H folks.

I wanted to let you know that I will be running two workshops in Romania in May.

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Workshop #1
Host:
Societatea de Gestalt Terapie din Romania

Workshop subject:
A Gestalt approach to working with couples

City:
Bucharest

Contact:
gestaltro@yahoo.com
ph +40 (21) 319 69 52

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Workshop #2
Host:
AMURTEL Romania

Workshop subject:
Psychotherapy and spirituality

City:
Bucharest

Contact:
didi@amurtel.ro
ph +40 (744) 565 252

lunedì 21 aprile 2014

Case #3 - Joan il cliente infelice


Joan era una cliente intorno ai 50 anni. Aveva abbondante disponibilità economica e due figlie adulte, da diversi mariti. Era divorziata e stave affrontando un period di difficoltà.
Joan non era felice. Non aveva confidenza professionale, che le permetessero di mettere a frutto gli anni spesi a studiare. Non si sentiva compresa dale persone, nè supportata dagli amici. Sentiva come se dovesse sempre dare tutto agli altri, ma che gli altri non fossero realmente interessati a lei. Provava risentimento ed era bloccata.
La terapia non fu facile. Lei voleva soluzioni, ma poi rifiutava ogni sorta di consigli. Fondamentalmente desiderava empatia e comprensione. In vari modi, lei voleva solamente simpatia.
Dopo un periodo, mi seniti a disagio il che confermava come le cose per lei non fossero mai buone. Lei era riluttante a riconoscere il suo ruolo, e ogni volta che le dicevo che lei aveva una parte in tutto ciò, lei entrava sulle defensive, e si arrabiava con me per non esserle di supporto.
Lei desiderava passare ogni seduta a raccontare di qualnto fosse trattata male. Ancora, io mi sentivo a disagio nello stare semplicemente seduto ad ascoltarla, in qualche modo supportandola nello stare ferma nel suo modo di vivere doloroso e non produttivo.
Ancora, quando la interruppi, lei si irritava e diveniva critica nei miei confronti.
Una terapia per niente facile!
Introdussi l'idea che ciò che avveniva lì fuori nel mondo era anche riflesso nella nostra relazione. Ovvero il modo in cui non si sentiva ascoltata o supportata anche con me. E come alcune mie reazioni nei suoi conforonti fossero simili alle reazioni che altri avevano con lei.
A momenti lei sembrava interessata ed aperta all'idea, ma alter volte voleva solo tornare alle sue storie famigliari.
Una volta la introdussi ad alcune cose su cui volevo lavorare con lei, invece che stare sempre ad ascoltare le sue storie. Lei si sentì molto offesa, e molto arrabiata in seguito. Voleva terminare la terapia.
In termini relazionali, questo è un esempio di ciò che chiamiamo la 'lacerazione' nel tessuto relazionale. E' responsabilità del terapista quella di 'riparare' ciò, intraprendendo un lavoro di comprensione e riconnessione.
Quindi questo fu ciò che feci – comprendendo che lei aveva sentito ciò che avevo fatto come un tentative di tagliarla fuori, e quanto ciò l'avesse dispiaciuta e avesse fatto emergere sentimenti di rabbia. Riconobbi la mia impazienza nell'aver volute spingere Avanti la terapia, e come mi sentissi bloccato ad ascoltare semplicemente le sue storie. Riconobbi che il modo con cui avevo provato di condurla a più presenza e vitalità non funzionava con lei.
Si sentì sollevata da questo, era probabilmente la prima volta nella sua vita che qualcuno riconosceva con lei la sua parte nella disgiunzione nella relazione. In questo senso, la guarigione fu conseguenza di un'esperienza, e il risultato fu che parte di lei ne fu rafforzata.
Ancora, c'era ancora tanto lavoro da fare...

venerdì 18 aprile 2014

Case #2 - Quali sono I limiti?

Un uomo di giovane età venne con dei dubbi sulla sua fidanzata. Lui voleva mantenere la relazione, ma lei voleva prendere le distanze, e anche se diceva di amarlo, sembrava che stesse perdendo interesse e che desiderasse una connessione meno intensa.
Lui si sentiva frustrato e sentiva di non aver potere sulla situazione. Sembrava come se la palla fosse a lei, e oltre a tirare il vestito lui non sapesse cosa fare. Lei era indecisa, e non sicura su ciò che voleva.
Quindi analizammo chi fosse lui in questo contest. Nella Gestalt, non siamo molto interessati a trovare le soluzioni, ma ad aumentare la consapevolezza. La domanda 'chi sei tu' in diverse circostanze è la chiave.
Anche se sembrava che si trovasse in una posizione senza molta scelta, la prima cosa da fare era trovare I suoi stessi limiti. La definizione del sè è accompagnata dalla definizione dei limiti.
Quindi prendemmo in esamine varie domande come
- Qual'è il minimo contatto per te sufficiente?
- Quanto sei disposto ad 'aspettare', prima di andare avanti?
- Qual'è la tua aspetattiva sul livello di interazione personale?
- Cosa desideri nel lungo periodo?
- Durante questo periodo di separazione, quali limiti e regole ti imponi, o chiedi a lei di rispettare?
Dopo aver identificato questi limiti notò che non era solo in una posizione da 'mendicante', ma era capace di prendere posizione nella relazione.
Nella Gestalt I confini sono molto importanti nella promozione di contatti buoni e chiari. Ci sono modi per comprendere la distorsione dei confini, e identificarli ci aiuta a comprendere come un cliente si trova fuori dall'equilibrio e come può vivere una relazione più completa.

mercoledì 16 aprile 2014

Trevor e il Dubbio

Trevor aveva una relazione con una donna, e le aveva anche chiesto di sposarlo. Tuttavia non era ancora sicuro che fosse ‘quella giusta’. Si sentì meglio per la decisione fatta dopo aver fatto una terapia, ma I dubbi rimanevano. Sentiva che I loro valori erano allineati, che si amavano e che potevano avere una buona vita assieme. Ma I suoi dubbi continuavano a destabilizzarlo – c’era una donna migliore li fuori che poteva corrispondergli meglio?
Continuava a provare a superare I suoi dubbi – dicendosi che non era razionale, o ragionevole, e comunque di nessun aiuto. Provava a pensare a ciò che lei aveva di positivo. Ma I suoi dubbi rimanevano sulla superficie, mettendo in crisi la loro relazione.
Durante la terapia provammo diversi approcci.
Inanzitutto, prendemmo in esame il contesto – questa è la Teoria del Campo di matrice Gestalt. Suo padre aveva avuto per un lungo periodo una relazione con un’altra donna. Quindi Trevor era cresciuto assistendo a questo triangolo. Quindi arrivò per lui il momento di impegnarsi in un matrimonio, si trovò in preda al dubbio dell’esistenza di ‘un’altra donna’ lì fuori, che potesse ‘catturare’ la sua attenzione.
Lo invitai a conversare con il padre e la sua compagna, e di dirgli quanto la loro relazione aveva avuto un impatto su di lui come bambino, e quanto questa cosa ancora lo inseguiva. Lo invitai a osservare I suoi sentimenti –tristezza, paura- e di comunicarglieli.
Questa conversazione aiutò a chiudere questo ‘affare inconcluso’ dalla sua famiglia. Il mio invito a notare la sua esperienza nel presente, lo aiutò a trovare ulteriore supporto nella terapia, e a muovere l’energia nel suo corpo. Gli affari inconclusi vengono anche somatizzati nel corpo.
Tuttavia c’era ancora del lavoro da fare. Dovevamo lavorare con la polarità: confidenza/impegno e dubbio/incertezza. Gestalt lavorava molto con l’integrazione delle polarità.
Quindi lo invitai a prendere parte a un altro esperimento Gestalt: immaginare di parlare con un amico, e far la parte di una persona dubbiosa – in modo da esternalizzare e tenere la voce del dubbio presente nella sua testa.
Ciò che accadde fu di Massimo interesse. Lui iniziò a fare l’opposto – comunicò alla sua amica che doveva avere più fede.
Riconobbi il fatto e osservai che ora stava parlando con ‘la voce della fede’. Ciò gli diede modo di riconoscere un’altra, voce alternativa.
Quindi adesso, quando sente ‘lavoce del dubbio’, sarà anche capace di ascoltare ‘la voce della fede’, che contrasterà gli effetti debilitativi del dubbio.
Ciò fu realizzato, senza dargli consigli sul da farsi, ma creando le circostanze per una nuova esperienza: questa è l’enfasi della terapia Gestalt.


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